Da subito grande spazio è dato alla musica; la scelta delle band da ospitare è sempre fatta sulla base delle passioni e delle preferenze musicali dei programmatori, senza condizionamenti di tipo commerciale.
Solo nel primo anno di programmazione sul palco suonano musicisti e band internazionali ormai entrate nella leggenda: Fleshtones, Stomach Mouth, Blasters, Flamin’ Groovies, Primal Scream, Embryo, Paul Roland, Thin White Rope, Fuzztones.
E negli anni seguenti, si è stimato, Bloom ha ospitato più di 3000 concerti, con quasi 5000 band italiane e straniere.
“Qualcuno mi chiama poeta. Qualcun altro dice che sono un militante. C’è anche chi sostiene che la mia poesia e la mia musica siano politiche. Altri dicono che parlano dello spirito del mio popolo. Non mi ritrovo in tutte queste etichette. Probabilmente c’è un po’ di tutto ciò, ma sento di essere qualcosa in più di ogni singolo aspetto. È quello che tutti noi siamo. È ciò che ci rende umani.”
John Trudell
“Arrivati al Bloom, a Mezzago. Eravamo stanchi, infreddoliti. Dovevamo suonare in questa specie di garage, saliamo sul palco e pum, incredibile. L’entusiasmo della gente era alle stelle, un delirio, tutti che saltano. Quello è stato uno dei miei show migliori di sempre.”
Mark Lanegan
“Bloom seemed to me to be a club that had straddled the line between independent rockers of the 80’s and the oncoming Indie and grunge scene. Everybody talks about Nirvana playing there, of course, but on my readings of magazines like Buscadero and Mucchio it seemed like the kind of place I would hang out if it was my home club.
The club did not disappoint. Although it certainly wasn’t easy to find–I often wonder how so many fans know exactly where to go. I thought my cab driver was making up the journey as he went along. But, no–there I was. Inside Bloom and ready for my first show. As expected, it was a groovy club with lots of atmosphere. As expected, the sound was great. As expected, fans came from all around for the show. But an extra bonus was the staff that worked within the walls–everyone was so friendly and I knew I had made some good new friends.”
Steve Wynn
Volantino fotocopiato che pubblicizza il concerto dei Fleshtones. 1987 I Flaming Groovies. 1988 Volantino fotocopiato dei Primal Scream. 1987 Primal Scream (28.1.90 Autografi dei Blasters. Unica data in Lombardia. 1987 Autografi dei Fleshtones. Unica data in Lombardia. 1987 Volantino fotocopiato del concerto dei Blasters. 1987 Volantino fotocopiato del concerto dei Thin White Rope. 1990 Foto dei Thin White Rope. Autografi dei Thin White Rope. 1988 Volantino fotocopiato del concerto dei Thin White Rope. 1988 Manifesto 70×100 cm del concerto dei Thin White Rope. 1988 Volantino fotocopiato dei Firehose. 1989 I Firehose. La band si è esibita due volte al Bloom: la prima nel settembre 1989, la seconda, avendo come supporter la band Hole, nel novembre 1991. Ritratto del 1989 Concerto dei Pendragon. 2011 Volantino fotocopiato del concerto di Steve Wynn. 1991 Steve Wynn sul palco del Bloom. 1991 Locandina del concerto dei The Dream Syndacate. Reunion. 2013 Locandina del concerto di Steve Wynn and Friends. With Rodrigo D’erasmo. Special guest Afterhours. 2011 Volantino fotocopiato del concerto degli Screaming Trees. Unica data in Lombardia.1989 Mark Lanegan sul palco del Bloom. 1989 Volantino fotocopiato del concerto degli Screaming Trees. 1990 Autografi degli Screaming Trees. 1989 Henry Rollins sul palco del Bloom, con uno straordinario e precursore tatuaggio. 1990 Volantino fotocopiato del concerto di Henry Rollins. 1990 Henry Rollins sul palco del Bloom. 1990 I Grant Hart in raccoglimento prima del concerto presso la cappella Maggi, cappella funeraria nella campagna vicina a Bloom. 1991 Volantino fotocopiato del concerto dei Grant Hart, con la sua nuova band Nova Mob. 1990 Manifesto per il concerto di Jonathan Richman con The modern lovers. Unica data in Lombardia.1988
“Il Bloom mi fa viaggiare, mi vengono in mente tutti i concerti che ho visto, una marea di artisti, la storia del rock, quel palcoscenico vissuto e consumato, quell’odore di backstage, quell’odore di club vissuto, quel ritmo delle scadenze, tutti quei soundcheck, tutte quelle birre bevute, tutte quelle scalette dei gruppi scritte a mano, tutti i ritardi dei concerti, tutti i sold out, tutte quelle sere con il pubblico rimasto fuori a urlare.”
Bruno Casini
0 Comments